domenica 27 settembre 2015

ISIS, COLPITO UN CAMPO DI ADDESTRAMENTO



 L'Eliseo ha annunciato di aver condotto i primi attacchi aerei in Siria contro lo Stato islamico, in coordinamento con la coalizione internazionale. Lo rende noto Le Monde. "La Francia - si legge nel comunicato della presidenza - ha colpito in Siria. Lo abbiamo fatto sulla base di informazioni raccolte nelle ultime operazioni aeree condotte da oltre due settimane".

"Lo abbiamo fatto - recita ancora il comunicato - nel rispetto della nostra autonomia d'azione, in coordinamento con i nostri partner della coalizione". Parigi "conferma il risoluto impegno" a combattere contro "la minaccia terroristica rappresentata da Daesh" annunciando di voler "colpire ogni volta che la nostra sicurezza nazionale sarà in gioco".

Intanto fonti di intelligence Usa citate dal New York Times rivelano che sono "almeno 30mila" i foreign fighters in Siria e Iraq che sono andati a combattere nelle file dell'Isis. In 12 mesi il loro numero "è raddoppiato" stimano i responsabili, affermando che i reclutamenti "sono in costante crescita, con quasi 1.000 nuovi combattenti al mese". Almeno 250 gli americani.

Hollande: colpito campo di addestramento - Sei jet francesi hanno attaccato e distrutto un campo di addestramento nella Siria orientale perché rappresentava una minaccia per la "sicurezza nazionale". Nell'azione non sono stati colpiti civili. Lo ha reso noto Francois Hollande.

Renzi: no a Libia bis -"Bisogna evitare che si ripeta una Libia bis". Matteo Renzi, in visita a New York, è intervenuto così sui raid anti Isis compiuti dalla Francia in Siria. "La posizione italiana è sempre la stessa - ha aggiunto - non facciamo blitz e strike" ma collaboriamo con la coalizione internazionale.

mercoledì 16 settembre 2015

MIGRANTI, GIORGIO SQUINZI: LA PRIORITA' E' RIDARE IL LAVORO AGLI ITALIANI



"In questo momento non è l'immigrazione che può risolvere i nostri problemi. Abbiamo bisogno innanzi tutto di ridare lavoro agli italiani". Lo ha affermato sostiene il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che ha aggiunto: "Sarà una visione un po' egoista ma cominciamo a ridare un futuro ai nostri giovani".

E a chi gli chiede se gli immigrati possano rappresentare una risorsa per l'Italia, Squinzi risponde: "Direi di no, perché mi sembra di capire che la maggior parte di chi viene in Italia ha come destinazione altri Paesi".

Nei giorni in cui l'emergenza migranti si sta facendo più pressante soprattutto al di là dell'Adriatico, il presidente di Confindustria ricorda che in Italia "il livello di disoccupazione è al 13% e quella giovanile è al 40%". Ad ogni modo, "l'immigrazione alla lunga è sempre un fenomeno positivo, ma - ribadisce - l'obiettivo di chi viene in Italia è, per la maggioranza, andare in altri Paesi".

"La ripresa parte dalle imprese" - Per le imprese italiane "qualcosa è già stato fatto e mi auguro che siano al centro delle preoccupazioni del governo perché la ripresa e la crescita dell'occupazione possono venire solo dalle imprese", ha poi sottolineato il presidente di Confindustria. Per quanto riguarda l'ipostesi di sgravi fiscali per le imprese del Sud Italia, "tutto quello che dà una spinta alle imprese è condivisibile. Il Meridione resta una preoccupazione fortissima per Confindustria e deve esserlo altrettanto per il Paese".

L'approvazione di Salvini: "Bravissimo Squinzi" - L'intervento di Squinzi sulla questione dei migranti-lavoro ha raccolto l'approvazione del leader della Lega, Matteo Salvini, che sul suo profilo Facebook ha scritto: "In questo momento non è l'immigrazione che può risolvere i nostri problemi. Abbiamo bisogno innanzitutto di ridare lavoro agli italiani. Lo afferma Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. Bravissimo! Parole chiare e di buonsenso. Chissà se Renzi darà della "bestia" anche a lui...".

mercoledì 9 settembre 2015

MIGRANTI, JUNKER: SERVE UNO SFORZO PER AFFRONTARE L'EMERGENZA


 Grecia e Italia sono tra gli Stati più colpiti dalla crisi dei profughi. "I numeri sono impressionanti. Ma non è il momento di farsi spaventare, è il momento di un'azione audace e concertata. E' il tempo dell'umanità". Lo ha detto il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker a Strasburgo. "L'Europa non versa in buone condizioni, manca l'unione. Vogliamo cambiare le cose e farlo con uno sforzo congiunto", ribadisce. 

"Sono alla guida di un organismo politico, sono un politico. Non un politicante. E' finito il tempo del 'business as usual'. Non è il momento dei discorsi ma della sincerità", ha sottolineato il presidente della Commissione Ue nel suo primo intervento sullo stato dell'Unione alla plenaria. "Sino a quando ci sarà la guerra, nessun muro, nessuna barriera fermerà questa massa di rifugiati. Bisogna evitare la demagogia. Mettiamoci noi nei loro panni: quanto pagheremmo per rifarci una vita?".

"Sulla crisi dei profughi è il momento di agire" - "Dobbiamo accettare le persone in fuga dall'Isis su territorio europeo. E' arrivato il momento di passare all'azione per gestire la crisi dei rifugiati e non c'è soluzione alternativa", ha detto ancora Juncker all'Europarlamento. "Gli standard europei, le regole sulla migrazione ci sono. Ma sono gli Stati membri che non le hanno applicate. Ora devono rispettarle: è in gioco la credibilità dell'Europa". 

"Serve un sistema di ripartizione permanente" - "La Commissione Ue propone un meccanismo di redistribuzione permanente che ci permetterà di affrontare situazioni di crisi in modo più agevole in futuro", ha ribadito Juncker. "Mi appello gli Stati membri affinché adottino" il ricollocamento di 160mila profughi "al prossimo consiglio dei ministri interno. Spero non ci sia retorica, abbiamo bisogno di fatti". 

"Pacchetto per l'immigrazione legale nel 2016" - "La Commissione presenterà un pacchetto sull'immigrazione legale per i primi mesi del 2016", ha annunciato il presidente della Commissione. "Bisogna accettare l'idea che l'immigrazione non è solo un problema ma una risorsa". "Questa Commissione non abolirà il Trattato di Schengen". "Dobbiamo permettere ai richiedenti asilo di lavorare" mentre la loro domande vengono trattate.

"Non lasciare sole Italia, Grecia e Ungheria" - "L'Italia, la Grecia e l'Ungheria non devono essere lasciate sole", è l'appello di Juncker. "La Commissione Ue viene additata di non fare le cose bene quando le cose in patria non funzionano. Questo scaricabarile, non aiuta rifugiati. E' necessaria un'agenda comune per agire". "Chi critica l'integrazione europea deve riconoscere che questo è un luogo di pace e stabilità e di questo dobbiamo andare orgogliosi".

"La storia europea è storia di rifugiati" - "La nostra storia, la storia di noi europei, è la storia di rifugiati. E stiamo parlando non di secoli fa, ma di pochi anni fa", ha fatto presente Juncker all'Europarlamento.

martedì 1 settembre 2015

BUDAPEST, PROTESTE DEI PROFUGHI



Dopo il dispiegamento di oltre 2mila agenti e l'approvazione del governo per innalzare un muro ai confini dell'Ungheria, la tensione scatenata dall'emergenza immigrazione si fa sempre più alta nel Paese. La polizia ha riaperot la stazione di Ostbahnhof, a Budapest, chiusa dopo i tumulti provocati da migliaia di profughi, ma non ai migranti, che chiedono di raggiungere gli Stati occidentali d'Europa e in particolare Germania e Austria.

Intanto, da Budapest in treno sono arrivati a Monaco di Baviera tra i 2mila e i 2.200 migranti, dopo lo stop dei controlli della polizia in Ungheria, secondo quanto rende noto il portavoce del presidio della polizia federale di Potsdam.

E solo nella giornata di lunedì 3.650 tra migranti e profughi sono arrivati in treno a Vienna da Budapest, come riferisce la polizia austriaca, citata dai media a Belgrado. Le autorità magiare hanno autorizzato centinaia di migranti a salire sui treni per l'Austria, dove vengono poi esaminate le domande di chi intende chiedere asilo.